Il saggio esamina le strategie della citazione nel novelliere di Matteo Bandello (pubblicato nel 1554 e nel 1573), soffermandosi su alcuni passi che utilizzano esplicitamente i grandi modelli trecenteschi (Dante, Petrarca, Boccaccio) e alcuni autori contemporanei (Castiglione, Machiavelli, Bembo). L'analisi del rapporto fra l'opera bandelliana e la tradizione letteraria approda a un profilo contraddittorio e dissonante: diviso fra imitazione e censura, fra accettazione e parodia, fra obbedienza classicistica e vivacissimo senso critico.
This essay aims to examine strategies of quotation in Matteo Bandello's collection of short stories (published in 1554 and 1573). In particular, this article will analyse some passages that explicitly employ fourteenth-century great models (Dante, Petrarca, Boccaccio) and some contemporary authors (Castiglione, Machiavelli, Bembo). Indeed, the analysis of the relationship between Bandello's work and the literary tradition reveals contradictory and discordant aspects, such as imitation and censorship, acceptance and parody, obedience to classicism and lively critical sense.