Un utilizzo razionale e appropriato della medicina complementare e tradizionale può contribuire a ridurre il consumo di farmaci e, di conseguenza, dei costi della sanità pubblica. Inoltre, queste terapie possono contribuire a diminuire gli effetti collaterali dei farmaci, un fenomeno globale in costante crescita. Infine, la produzione e l’utilizzo dei rimedi tradizionali può contribuire a sviluppare le economie locali, valorizzare le culture autoctone e generare attività economiche che riescano ad ottimizzare le risorse locali. La Regione Toscana rappresenta un interessante caso di studio sia per quanto riguarda l’integrazione della medicina non convenzionale nel sistema di sanità pubblica regionale sia per la sua lunga esperienza di sostegno all’inclusione e allo sviluppo della medicina complementare e tradizionale (MCT) attraverso iniziative di cooperazione internazionale. Questo articolo discute le specificità dell’esperienza toscana di integrazione della MCT sia nel suo territorio sia a Cuba e in Serbia.