摘要:Il seguente saggio intende analizzare un romanzo di Antonio Scurati: Il bambino che sognava la fine del mondo (2009). Quest’opera, ai confini tra realtà, finzione e autofinzione, si inserisce perfettamente all’interno del dibattito sul New Realism. Scurati non ci offre solamente la rielaborazione romanzesca di due storie di presunta pedofilia, ma ci propone una spiegazione di come una macchinazione possa essere montata, a livello nazionale, grazie ai giornali, alla televisione ed a altri mezzi di comunicazione. Partendo da alcune teorie di Jean Baudrillard sul simulacro e sulla iperrealtà, vengono qui messi in risalto alcuni dei meccanismi che generano una realtà simulata, la quale risulta essere più reale del reale e trasporta l’essere umano all’interno di un costante reality show. In una realtà trasformatasi in reality show svaniscono i labili confini tra attori e spettatori, tra vittime e carnefici, tra accusatori e accusati, e tra realtà e finzione e questo crea smarrimento in una società postindustriale quale la nostra, in cui si vive attanagliati da una paura le cui origini sono difficili da identificare.