首页    期刊浏览 2024年12月03日 星期二
登录注册

文章基本信息

  • 标题:Il passivo: appunti per uno studio funzionale e tipologico.
  • 作者:Ali, Ali Al- ; Cerbasi, Donato ; Hammouri, Yazeed
  • 期刊名称:Italica
  • 印刷版ISSN:0021-3020
  • 出版年度:2009
  • 期号:March
  • 语种:English
  • 出版社:American Association of Teachers of Italian

Il passivo: appunti per uno studio funzionale e tipologico.


Ali, Ali Al- ; Cerbasi, Donato ; Hammouri, Yazeed 等


1.1 Abstract

La presente ricerca e teoricamente impostata secondo quella corrente di studi linguistici che tende a considerare il passivo come strategia incentrata eminentemente sulla parziale o totale defocalizzazione dell'agente. In un articolo del 1985 M. Shibatani assegna le funzioni della parziale e della totale defocalizzazione dell'agente rispettivamente alle costruzioni passive con agente espresso e a quelle con agente inespresso, alludendo cosi, tra l'altro, alla possibilita di una rappresentazione scalare a due gradini della fenomenologia della defocalizzazione:
   The passive which does not syntactically encode an agent defocuses
   it to the full extent; that which encodes an agent in an oblique
   case defocuses it to the degree assigned to the oblique position,
   i.e. the lowest degree of focus among the syntactically encoded
   element.


Proviamo a schematizzare:

--defocalizzazione parziale (agente espresso in un caso obliquo)

--defocalizzazione totale (agente inespresso)

Da parte nostra si cerchera di portare un contributo a un ulteriore sviluppo di tale impostazione, sostenendo l'opportunita di una rappresentazione scalare della fenomenologia della "dissolvenza" dell'agente nel passivo che preveda piu di due gradini, soprattutto a causa della complessita e della diversita dei fatti che si nascondono dietro la non espressione superficiale dell'agente.

Iniziamo, dunque col proporre una prima rappresentazione schematica di tale scala, per poi passare all'illustrazione e alla discussione dei singoli "gradini" in distinte apposite parti:

--agente espresso: (cancellazione testuale cataforica)

--agente inespresso: cancellazione anaforica (testuale o situazionale)

--agente implicito: (in base alla semantica del verbo e/o alla conoscenza del mondo)

--occultamento.

Si cerchera altresi di mostrare come la concezione del passivo quale strategia di defocalizzazione dell'agente debba fare i conti con alcuni aspetti controversi e con importanti eccezioni e come tali fenomeni si manifestino nella parte alta della scala da noi delineata, per sparire poi man mano che si va verso la parte bassa. Nel contempo, prenderemo anche in considerazione di volta in volta le strategie alternative di defocalizzazione dell'agente in diatesi attiva, cercando di mostrare le differenze rispetto alle corrispondenti espressioni passive e le peculiarita di queste ultime. Infine vogliamo analizzare il caso di una lingua in cui si applica la forma passiva con agente inespresso come ad esempio l'arabo classico.

1.2 Introduzione

1.2.1 Aspetti terminologici e definizione

Prima di procedere, pero, ci sembra opportuno dedicare almeno qualche nota all'uso che faremo di alcuni termini ed espressioni che piu ricorreranno nel corso della trattazione. Partiamo proprio dal termine 'passivo' che per noi indica quel procedimento morfo-sintattico mediante il quale, rispetto alla forma attiva, il non-agente (tipicamente l'oggetto) diviene soggetto a livello superficiale, mentre l'oggetto o e espresso tramite un complemento preposizionale ovvero un caso obliquo o non e espresso proprio. Il procedimento e segnalato 'in primis' dal punto di vista morfologico nell'ambito del sintagma verbale: il verbo, cioe, assume la 'forma' passiva. Un caso a parte e rappresentato dal cosiddetto 'passivo impersonale' con verbi intransitivi dove ovviamente l'oggetto non e contemplato e dunque non puo divenire soggetto della frase, la posizione di soggetto a livello superficiale resta vuota, e occupata da un 'dummy subject' ed e sottinteso un agente umano, per lo piu indefinito o collettivo.

Per quanto concerne le espressioni 'passivo con agente espresso' e 'passivo con agente inespresso' ricorreremo talvolta in alternativa alle espressioni divenute consuete nella letteratura di lingua inglese e cioe, rispettivamente, 'full passive' e 'truncated passive' oppure a loto equivalenti in italiano vale a dire 'passivo pieno' e 'passivo tronco'. Per quanto riguarda il passivo con agente inespresso, comunque, faremo ricorso soprattutto, all'espressione 'passivo ellittico', con riferimento ovviamente all'ellissi dell'espressione dell'agente in generale per i diversi tipi possibili di ellissi dell'agente nel passivo (ellissi anaforica, cataforica, deittica, etc.).

Per quello che attiene, infine, all'agente stesso, ci riferiamo al ruolo tematico di 'agente', inteso nell'accezione ampia di entita tipicamente (ma non esclusivamente) umana che compie una determinata azione. Altre eventuali questioni terminologiche e definitorie piu particolari potranno inoltre essere chiarite di volta in volta nel corso della trattazione stessa.

Alludiamo, in particolare, alla possibilita, interessante ed accettata da parecchi linguisti, di caratterizzare universalmente il passivo essenzialmente corne strategia di non espressione dell'agente. E stato rilevato, infatti, che in tutte le lingue dotate di diatesi passiva la costruzione con agente inespresso e sempre presente, mentre quella con agente espresso puo anche mancare del tutto (in arabo classico, ad esempio, la costruzione passiva e generalmente solo con agente inespresso; se si vuol esprimere l'agente, lo si 'soggettivizza' passando alla diatesi attiva).

Dunque, la costruzione con agente inespresso sembra essere piu universale e basilare. E attraverso l'analisi sistematica di testi e stato notato proprio come anche nelle lingue dotate di ambo i tipi di costruzione passiva sia generalmente quella con agente inespresso a ricorrere con frequenza di gran lungua piu alta.

Pertanto, sembra prevalere nel passivo la tendenza a non esprimere proprio l'agente in superficie piuttosto che esprimerlo con un caso obliquo o con un complemento d'agente perifrastico in una posizione 'defocalizzata' nell'ambito della frase. Si potrebbe anche dire che, ad ogni buon conto, sia che l'agente venga espresso, il passivo rappresenta comunque una strategia di 'promozione' dell'oggetto in posizione di soggetto, ma il fatto che molte lingue applicano la diatesi passiva anche a verbi intransitivi ci fa ancora una volta preferire la definizione piu estensiva, del passivo come strategia di non espressione dell'agente.

Cio che qui ci preme sottolineare e il fatto che dietro questo fenomeno della non espressione superficiale dell'agente si nascondono almeno due cose diverse, per le quali intendiamo proporre, appunto, la distinzione terminologica 'occultamento' 'cancellazione'. Difatti, la non espressione dell'agente puo determinare un vero e proprio slittamento verso l'impersonalita laddove l'agente non sia noto o sia indefinito o venga deliberatamente occultato, (in tal caso si ha un effettivo abbassamento del grado di personalita nell'espressione dell'azione e un decremento del grado di valenza del verbo per il venir meno di un argomento), ma l'agente puo non essere espresso anche per il motivo opposto, ossia perche e, almeno in linea di massima, scontato, facilmente recuperabile dal contesto (e, cioe, 'legato contestualmente'). Per quanto concerne gli aspetti generali della tematica 'passivo' finora accennati, si fa riferimento a E.L-keenan (1981) e a M. Shibatani (1985) il quale propone, tra l'altro, una interessante caratterizzazione del passivo in termini di modello proto-tipico.

1.2.2 La questione della marcatezza del passivo

Parliamo in questa sede di 'marcatezza' del passivo secondo l'accezione che B. Comrie (1988) da al termine. Secondo Comrie la marcatezza della diatesi passiva rispetto a quella attiva e definibile in base a quattro parametri:

a) frequenza. In una lingua quale l'inglese le occorrenze di passivo in un testo sono generalmente di gran lunga meno numerose rispetto ai casi di impiego della diatesi attiva.

b) Complessita formale. Il passivo ha generalmente un'espressione formale piu complessa (si pensi, ad esempio, all'uso di forme verbali perifrastiche con l'impiego di ausiliarie, nel caso di espressione dell'agente, all'uso di sintagmi preposizionali).

c) Grado di produttivita. Il passivo e generalmente meno produttivo (in inglese, ad esmpio, molti verbi, quali gli intransitivi, hanno solo diatesi attiva, mentre, a parte rare eccezioni come 'to be said', non esistono praticamente verbi che abbiano solo diatesi passiva; cio e, evidentemente, in accordo col carattere 'derivativo' del passivo).

d) Distribuzione nel discorso. In inglese il passivo generalmente e usato limitatamente a situazioni di discorso che lo richiedono (per motivi, ad esempio, di topicalizzazione), altrimenti e generalmente preferita la diatesi attiva.

Come si vede, Comrie, pur nel tentativo di individuare parametri di uso generale, ha in mente soprattutto l'inglese, almeno per quanto riguarda la lingua da cui attingere gli esempi. Tuttavia appare interessante la possibilita di applicare questi parametri anche allo studio di altre lingue.

1.3 Le costruzioni passive con agente espresso

Siamo sul gradino piu alto della scala, e dunque su quello piu controverso. Abbiamo visto come per Shipatani l'agente espresso sia da considerarsi parzialmente defocalizzato perche espresso in un caso obliquo (ovvero tramite una costruzione perifrastica) e dunque posto in "obliqua posizione".

A queste motivazioni di tipo morfo-sintattico si possono pero contrapporre, ad esempio, quelle basate sulla dinamica della comunicazione e sull'opposizione dato/nuovo, secondo le quali l'agente espresso nelle costruzioni passive sarebbe generalmente focalizzato in quanto informazione nuova, laddove l'informazione data sarebbe costituita dal non agente che va ad occupare la posizione di soggettotopic (secondo una situazione speculirmente opposta a quella delle frasi attive).

Cosi si legge, ad esempio, in A. Siewierska (1983:46):
   The agent in the most basic type of active declarative clause is
   usually the topic, i.e, the constituent which states what the
   clause is primarily about and sets the individual framework whithin
   which the sentence holds. In the overwhelming majority of languages
   it appears in initial position in the clause and in most cases
   conveys given or hold information. In a typical passive clause on
   the other hand the patient is the topic while the agent, if
   present, represents new information and bears the main information
   focus indicted by tonic stress.


D'altro canto, proprio il fatto che nel passivo un non agente possa occupare la posizione di soggetto-topic (da cui l'agente e stato "rimosso") puo indurci a ribaltare di nuovo il discorso, sostenendo che, dal punto di vista della prospettiva in cui viene data l'informazione, nel passivo e generalmente il non agente ad occupare la posizione piu centrale e non l'agente. La stessa Siewierska rileva:
   The use of the agentive personal passive may be partially motivated
   by the functional role of the subject. It is often stated that the
   passive is a means of presenting the situation or event from the
   point of view of the patient as opposed to the agent. This shift in
   perspective is typically attributed to the functional role of the
   subject which is seen to represent the vantage point for the
   interpretation of the sentence.


Come si vede, dunque, e possibile rappresentare le medesime evidenze linguistiche in termini opposti a seconda del punto di vista che si adotta. E dunque ci si chiedera: l'agente espresso nelle costruzioni passive viene evidenziato o viene piuttosto marginalizzato? A nostro modesto avviso, entrambe le cose sono in qualche modo vere, perche a questa altezza della scala da noi proposta la costruzione passiva e a tal riguardo ancora ambivalente. Infatti, da un lato la scissione tra soggettivita ed agentivita e la conseguente rimozione dell'agente dalla funzione e dalla posizione di soggetto conducono ad una sorta di fase intermedia rispetto alla completa non espressione dell'agente medesimo ancora in un ruolo importante nella dinamica della comunicazione quale informazione nuova.

Dobbiamo comunque tener presente che anche questa (relativa) focalizzazione dell'agente risulta essere una funzione alquanto limitata della costruzione passiva, in considerazione del fatto che essa ovviamente non puo sussistere in quelle lingue (come l'arabo classico) che ammettono solo costruzioni passive con agente inespresso. Per giunta, anche nelle lingue che consentono l'espressione dell'agente nel passivo, le costruzioni con agente inespresso di solito prevalgono di gran lunga quanto a numero di ocicorrenze.

1.4.1 La cancellazione dell'agente

Scendendo di un gradino la nostra scala, passiamo a considerare quei casi in cui l'agente e si inespresso, ma e possibile recuperarne uno dal contesto linguistico o extralinguistico: nel primo caso parliamo di cancellazione testuale, nel secondo di cancellazione situazionale. Col termine "cancellazione testuale" vogliamo designare un fenomeno testuale nell'ambito del quale l'agente inespresso al passivo e una sorta di anafora-zero che rinvia ad un agente che e presente nel contesto linguistico e che magari e anche del tutto definito.

Nella maggior parte dei casi il rinvio e all'indietro, verso un agente gia dato nel testo, e dunque e prettamente anaforico, ma e possibile avere anche un rinvio cataforico, ovvero un momentaneo occultamento di un agente che viene reso noto successivamente. Nel caso della cancellazione anaforica il passivo fa leva sul carattere di "dato" dell'agente consentendo che quest'ultimo non riappaia piu in superficie e sia considerato "sottinteso". Invece con la cancellazione cataforica, che e un caso "sui generis", si crea in chi riceve il messaggio un'attesa verso l'introduzione dell'agente e pertanto quest'ultimo, una volta nominato, puo ritrovarsi evidenziato per effetto-sorpresa, risultando eventualmente focalizzato in modo anche piu potente rispetto a quanto avviene nelle stesse costruzioni passive con agente espresso. Tuttavia, possiamo dire che l'evidenziazione dell'agente (col rinvio cataforico) e quantitativamente molto meno rilevante rispetto ai casi di normale non espressione dell'agente per ripresa anaforica.

1.4.2 L'agente implicito

Tra l'espressione dell'agente (o comunque la sua presenza nel contesto) ed il suo occultamento completo e situata un'ampia zona "grigia" di fenomeni che abbiamo voluto raggruppare sotto l'etichetta di "agente implicito". Spesso, infatti, anche quando l'agente non e espresso ne direttamente nella costruzione passiva ne nel contesto, chi riceva il messaggio puo recuperare quanto meno un agente generico (cioe di limitata difinitezza) implicito nella semantica del verbo stesso e/o comunque inferibile in base alla conoscenza del mondo. Si considerino le seguenti frasi in italiano:

1--Ieri Alex e stato arrestato.

2--Il poveretto e stato sbranato.

Anche se le frasi sono date in modo del tutto a-contestuale, possiamo inferire che l'agente e un'autorita di polizia nel primo caso e un animale feroce nel secondo (agente generico).

Se, poi, le frasi sono inquadrate in un contesto, allora probabilmente potremo anche inferire, ad esempio, dalla polizia di quale citta e stato arrestato Alex, con un aumento della definitezza dell'agente inferito, sempre senza che l'agente venga mai espressamente menzionato. La frase attiva corrispondente a "Alex e stato arrestato" e una frase col verbo in 3a persona plurale:

--Hanno arrestato Alex, che consente ancora di presupporre "la polizia" come agente.

Ma per una frase come "il poveretto e stato sbranato" non abbiamo una frase attiva corrispondente con agente inespresso, dato che non esistono pronomi indefiniti per indicare esseri animati non umani e le stesse espressioni col verbo in 3a persona plurale implicano un'agentivita umana; ne, tanto meno, "qualcuno ha sbranato Alex". E una situazione analoga possiamo trovarla, oltre che in italiano, per lo meno nelle principali lingue europee, sicche possiamo affermare che, anche sulla scorta di considerazioni interlinguistiche, il passivo offre, nel caso dell'agente implicito, una gamma piu completa di possibilita di non espressione dell'agente. Sia infine detto di passsaggio che la non-espressione dell'agente implicito comprende molti di quei casi in cui si e soliti dire che l'agente non viene espresso perche "superfluo".

1.4.3 L'impersonalita

In molti altri casi dalla semantica del verbo e della conoscenza del mondo possiamo semplicemente ricavarne come informazione il dato che l'agente da ripristinare e un agente umano (singolo, plurimo, collettivo) indefinito:

3--Alex e stato visto ieri.

4--Questo cantante e apprezzato molto in Giordania. Con le corrispondenti possibilita di resa in diatesi attiva:

--Alex l'hanno visto ieri (o 'qualcuno l'ha visto').

--Questo cantante lo apprezzano in Giordania. Siamo ormai molto vicini a cio che definiamo propriamente "occultamento" dell'agente.

1.4.4 L'occultamento dell'agente

Con il termine "occultamento" dell'agente ci riferiamo piu in generale a quei casi in cui ne il contesto ne il pacchetto di informazioni semantiche convogliato dal verbo o altre fonti ci aiutano a farci un'idea del tipo di agente coinvolto o almeno del suo grado di animatezza. Consideriamo il seguente esempio:

5- Questa pianta e stata completamente distrutta.

Anche se probabilmente una frase del genere, in condizione di a-contestualita, spinge comunque il ricevente a formulare ipotesi sull'agente attingendo innanzitutto ai livelli piu alti della scala di animatezza e dunque a pensare "in primis" ad un agente umano, resta pur vero che, in linea di principio, tutte le possibili ipotesi sull'agente rimangono aperte (un uomo? un animale? un agente atmosferico?) e la frase presenta in questo senso margini di ambiguita che non e possibile riprodurre in una frase attiva corrispondente, mancando pronomi indefiniti o altri strumenti atti a denotare un'entita qualsiasi, a prescindere dal livello di animatezza.

Se poi consideriamo forme passive non canoniche, quali le forme di participio passato utilizzato per il cosiddetto "passivo stativo", possiamo realmente raggiungere l'ultimissimo gradino dalla nostra scala, con il totale occultamento dell'agente.

--Questa pianta e completamente distrutta. Frase che veramente puo dare adito a qualunque congettura sull'intera gamma di possibili agenti.

1.4.5 Passivo ellittico e prospettiva funzionale della frase

Ancora qualche parola sulle costruzioni passive con agente inespresso in genere dal punto di vista della prospettiva funzionale della frase. Se, come abbiamo visto prima, le costruzioni passive con agente espresso possono servire per topicalizzare il non-agente e porre il focus dell'informazione nuova sull'agente rematizzato, possiamo aggiungere che le costruzioni passive con agente inespresso possono servire, dal canto loro, a topicalizzare il non-agente e a porre il focus dell'informazione nuova, stavolta, sul verbo. Ma, anche in questo caso, dobbiamo rilevare che le cose possono variare molto da lingua a lingua a seconda del grado di rigidita dell'ordine delle parole. Cosi, ad esempio, in una lingua come l'italiano possiamo avere sia

--Alex e stato arrestato che

--E stato arrestato Alex con il focus, rispettivamente, sul verbo e sul 'patiens' e possiamo conservare entrambe le possibilita anche utilizzando forme attive:

--Alex, l'hanno arrestato.

--Hanno arrestato Alex.

In inglese, invece, la costruzione passiva pu6 conservare una propria funzione piu peculiare, in quanto la scelta si riduce essenzialmente a due alternative:

--Alex has been arrested e

--They have arrested Alex.

Con la frase passiva che focalizza come informazione nuova il verbo e quella attiva che invece focalizza il 'patiens'.

1.5 Il Passivo in arabo.

Vogliamo ora esaminare il caso di una lingua che ammetta la costruzione passiva soltanto in agente inespresso, e a tal fine l'arabo classico si presta ottimamente. In arabo classico non e possibile usare forme verbali passive con l'espressione di un complemento d'agente, poiche se l'agente e noto e viene nominato diventa automaticamente il soggetto della frase in diatesi attiva. Dunque, il passivo dell'arabo classico e adoperato essenzialmente nei casi in cui l'agente e ignoto o comunque non ben definibile, oppure in particolari casi in cui, pur essendo l'agente noto, si desidera non nominarlo, come spesso avviene quando l'agente e Allah, la divinita. Tali caratteristiche del passivo arabo sono rilevate, ad esempio, nella famosa grammatica di Wright, 1957, dove, inoltre, si fa anche notare come i grammatici arabi, nella loro terminologia, fossero ben consci di simili fenomeni: infatti, la diatesi attiva e detta "almahruf", letteralmente "l'azione di cui si conosce l'agente" mentre la diatesi passiva e detta "al majhul", letteralmente "l'azione di cui non si conosce l'agente".

Da una breve indagine orientativa condotta per nostro conto su campioni di testo del Corano e di "Al-hadith al-qudsi", raccolta di sentenze di Maometto compresa nella "sunna", deriva una conferma del fatto che il passivo non e usato con frequenza apprezzabile in arabo classico e quanto viene adoperato lo e di solito per funzioni abbastanza ben delimitate, legate, corne gia detto, al carattere indefinito o impersonale dell'agente. Vediamo qualche esempio:

6- Ida quri'a al- Qur' an fa stami u lahu wa ansitu la allakum turhamun. (Corano, sura 7, aia 204) Quando viene recitato il Corano cercate di ascoltare in silenzio.

7- Innama al-mu minuna alldina ada dukira Allahu wagilat qulubuhum wa ada tuliyat alayhim ayayuhu zadathum amanan wa ala rabbihim yatawakkalun.

(Corano, sura 8, aia 2)

I veri credenti sono quelli i cui cuori temono quando venga menzionato il nome di Dio, quelli che quando vengano mostrati loro i suoi segni rafforzano la loro fede e confidano nel loro Signore.

8- Ya ayyuha alladina amanu ada nudia li-salat min yawmi l-gum a fa is aw ila dikri allah wa dar u al- bay a. Talikum Hayrun lakum in kuntum ta alamun.

(Corano, sura 'il venerdi' aia 9)

O voi che credete, quando viene fatto invito alla preghiera il giorno del venerdi affrettatevi alla commemorazione di Dio e lasciate ogni traffico, sara bene per voi che lo teniate a mente.

9- (E Allah che parla): 'Wa ana al-ahad al- samad lam alid wa lam ulad , wa lam yakun li kafuan ahad'.

(Al- hadith al- qudsi, sentenza 19)

Io sono uno e intero, non ho generato ne sono stato generato, non c'e nessuno uguale a me.

Una conferma di queste caratteristiche del passivo arabo l'abbiamo inoltre da un'analisi completa dalla sura numero ventidue del Corano ("Al-Hagg"), "il pellegrinaggio". A tal proposito, ci sembra anche interessante, sia pur nei limiti di questo tipo di ragionamenti, il confronto tra il testo in arabo di questa sura e la traduzione in italiano del professor Federico Peirone (Milano, Mondadori, 1979): abbiamo riscontrato infatti che tutte le volte che nella traduzione compaiano casi di passivo ellittico con ripresa anaforica dell'Agente non si ha mai nel testo arabo un corrispondete uso del passivo, e questo ci sembra un indizio alquanto rimarchevole. Ma vediamo alcuni esempi. Se leggiamo in traduzione le 'ayat' numero tre e quattro, incontriamo tre forme passive:

10- E c'e ancora della gente che disquisisce sull'esistenza del Dio, non sa niente di niente, ma segue, piuttosto, ogni specie di shytan marcio di ribellione di cui e stato scritto: "Chi lo prende come protettore sara da lui messo su una strada assai sbagliata, e verra guidato verso il sair.

Ebbene, solo nel primo caso, con l'agente effettivamente non ripristinabile, abbiamo anche nel testo originale una forma passiva ('kutiba'), mentre nei due casi successivi, con ripristino dell'Agente (lo 'shytan') dal contesto, abbiamo nel testo arabo due forme attive: "egli (lo shytan) lo mettera su una strada sbagliata" (il verbo e 'yudillu-hu') e "1o guidera ('yahdi bu') verso il sair". Nella traduzione dell'aya numero ventitre leggiamo:

11- Ma i credenti e i praticanti il bene saranno fatti penetrare nei gannat sotto i quali scorrono ruscelletti.

Anche qui troviamo nel testo arabo una frase attiva con tanto di soggetto: "inna Allaha yudhilu", "Allah li fara penetrare", come del resto era stato detto in precedenza all'aya numero quattordici: "Coloro che credono, coloro che compiono il bene, quelli fara entrare il Dio nei gannat sotto i quali scorrono ruscelli". Si sa bene dal contesto, dunque, chi e l'agente, e pertanto e fuori luogo in arabo ricorrere al passivo. D'altro canto, se l'agente e realmente sconosciuto o indefinito, ritroviamo regolarmente l'uso del passivo in arabo, come nel seguente passo tratto dall'aya numero quaranta:

12-Il Dio e capace di soccorrere coloro che vengono scacciati ('uhrigu') dalle case, soltanto perche avevano detto: "Il Signor nostro e il Dio". Se il Dio non cacciasse alcuni uomini per mezzo di altri, sarebbero distrutti ('huddimat') i monasteri, le sinagoghe, le chiese e le moschee, dove il nome del Dio e molto invocato ('yudkam').

Potremmo ancora continuare a lungo su questa falsariga, ma crediamo di aver gia evidenziato a sufficienza gli aspetti che ci stanno a cuore. Abbiamo pure detto che il passivo puo essere usato anche in casi in cui l'agente sia ben noto, ma non si intenda nominarlo, corne spesso avviene tipicamente per Allah. Si consideri il seguente esempio:

13- Huliqua al -hinziru.

Il maiale lu creato (da Allah).

Qui suonerebbe irriguardoso per Allah nominarlo nella stessa frase col maiale. D'altro canto, non si puo certo sostituire "Allah", poniamo, con un pronome indefinito, anche perche cio significherebbe mettere in dubbio che Allah e l'unico creatore. Dunque, l'unica via d'uscita in simili frangenti e rappresentata dal passivo, che offre la possibilita di dare per sottinteso l'agente senza nominarlo affatto. Ma, al di fuori di queste esigenze eccezionali, resta valido l'assunto che, se l'Agente e noto e non vi sono motivi per sottacerlo, esso va preferibilmente espresso come soggetto di una frase attiva. Passando dalla dimensione testuale a quella piu propriamente situazionale, cioe all'interazione comunicativa, al dialogo tra due parlanti, incontriamo naturalmente la possibilita di uso del passivo per l'ellissi deittica dell'agente di la/2a persona. Di fronte a questa possibilita, i parlanti arabi, almeno stando alla nostra esperienza, mostrano una certa resistenza, pur non escludendola del tutto. Tale resistenza e per lo piu motivata col fatto che non e opportuno usare il passivo se l'agente e addirittura presente sulla scena dell'interazione comunicativa, e questo perche, come e noto, per l'arabo il passivo e innanzi tutto la diatesi dell'agente "ignoto". Dunque, perche si abbia ellissi deittica dell'agente di la/2a persona devono esserci motivazioni culturali pragmatiche molto forti. Nei testi arabi classici si trovano, nelle parti dialogate, esempi del fenomeno in questione, per lo piu in casi in cui ci si rivolga alla divinita (ellissi dell'agente di 2a persona, per non rivolgersi troppo direttamente al Dio) o in casi in cui la divinita stessa usi il passivo sottintendendo se stessa come agente da ripristinare (ellissi deH'agente di 1a persona).

Consideriamo a tal proposito ancora un paio d'esempi da "Alhadith al-qudsi". Nel primo Allah parla a Moametto per assicurarlo che e pronto ad esaudirlo in qualunque cosa addirittura prima che egli chieda, e usa forme passive con ellissi deittica dell'agente di 1a persona:

14- Wa qul yusma u, wa isfa tysfa, wa sal tu ta. (al-hadith al-qudsi, sentenza 336)

Parla, e stato ascoltato; intercedi, e stato accolto; chiedi, e stato dato. Nel secondo esempio l'uomo ("il figlio di Adamo") rivolge una battuta ad Allah e lo fa con una forma passiva con ellissi deittica dell'agente di 2a persona per evitare di rivolgersi al dio in modo diretto:

15- Lan yu idani kama bada ani wa layasa awwalu al- halq.

(Al- hadith al-qudsi, sentenza 19) Non posso essere ricreato dopo che sono diventato polvere.

1.6 Conclusioni

Vogliamo infine cercare di trattare qualche conclusione generale dalla nostra trattazione, a tal fine ci appare opportuno partire da Shibatani (1985), dove si sostiene che la funzione primaria del passivo e quella di "defocalizzare" l'agente e si postulano due gradi diversi di tale defocalizzazione, a seconda del fatto che l'agente sia o no espresso. Ecco la citazione da Shibatani (pp. 832-833).

"In accusative-type languages-where passives are most commonly found-an agent, because of its saliency, is preferably chosen as a locus of viewpoint; it is thus assigned to the strongest focus position, namly subject. This is the active voice. The passive voice, by contrast, avoids the focusing of an agent. The passive which does not syntactically encode an agent defocuses it to the full extent; that which encodes an agent in an oblique case defocusses it to the degree assingned to the oblique position, i.e. the lowest degree of focus among the syntactically encoded elements.

Orbene, alla luce di quanto esposto nel corso della nostra trattazione, ci sembra di potere approfondire e sviluppare, sotto certi aspetti, queste idee di Shibatani. In particolare, ci sembra che le parole dello studioso giapponese autorizzano a tentare una rappresentazione di tipo scalare della defocalizzazione dell'agente nell passivo, a causa dei due gradi previsti (agente inespresso e agente espresso in caso obliquo) per la defocalizzazione stessa.

Inoltre, abbiamo proposto nel primo paragrafo una scala di dissolvenza dell'agente nelle costruzioni passive costruita in base ad una serie di distinzioni terminologiche e concettuali che ci sono parse utili per una piu completa ed analitica descrizione della fenomenologia del passivo e delle varie funzioni che questa complessa costruzione puo assolvere. Abbiamo poi visto in singoli paragrafi come ad ogni gradino della scala sia possibile considerare una diversa sfaccettatura del passivo e come le varie funzioni considerate, pur essendo tra loro alquanto eterogenee, siano tuttavia collegabili con un filo conduttore se inquadrate come una serializzazione graduata di strategia di progressivo dissolvimento dell'agente, dissolvimento dovuto soprattutto al venire meno, man mano che si scende nella scala, della possibilita di ottenere un adeguato livello di definitezza dell'agente da ripristinare. Nell'analisi, abbiamo invece individuata nella facolta delle costruzioni passive di offrire spesso, a paragone con le forme attive concorrenti, una possibilita piu completa di non espressione dell'agente, come abbiamo rilevato soprattutto nel passivo arabo corne una lingua in cui si applica la forma passiva con agente inespresso.

1.7 Bibliografia

Bertinetto, Pier Marco. Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano, il sistema dell'indicativo. Firenze: Accademia della Crusca, 1992.

Bertinetto, Pier Marco. "Il verbo" in L. Renzi e G. Salvi a cura di. Grande grammatica italiana di consultazione, voll. II. Bologna: II Mulino, 1989.

Caspari, Carl Paul. A Grammar of Arabic Language. Cambridge: Cambridge UP, 1958.

Comrie, Bernard. Voice: Form and Function. Amsterdam: Benjamins, 1991.

Frajzyngier, Zygmunt. "Indefinite Agent, Passive and Impersonal Passive: A Functional Study", In Lingua 58 (1982): 267-290.

Givon, Talmy. Functional and Grammar. Amsterdam: Benjamins, 1995.

Givon, Talmy. Syntax. A Functional Typological Introduction, 2 voll. Amsterdam: Benjamins, 1994

Haspelmath, Martin. "The Grammaticization of Passive Morfology'. In Studies in Language 14-1 (1990): 25-72.

Makboul, Fatti. Impara l'arabo. Roma: Centro Culturale Arabo, 1985.

Moretti, T. e Orsolini, M. Grammmatica italiana: il verbo, i modi non finiti. Vol. II. Perugia: Benucci, 1993.

Serianni, Luca. Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria. Torino: UTET, 1988.

Shibatani, Masayoshi. Passive and Voice. Amsterdam: Benjamins, 1988.

Shibatani, Masayoshi. "Passives and Related Constructions: A Prototype Analysis". In Language 61,4 (1985): 821-848.

Siewierska, Anna. Functional Grammar. London: Routledge, 1991.

Siewerska, Anna. The Passive. A Comparative Linguistics Analysis. London: Croom Helmm, 1984.

Simone, Raffaele. Fondamenti di linguistica. Bari: Laterza, 1997.

Veccia Vaglieri, Laura. Grammatca teorico-pratica della lingua araba. Roma: Istituto per l'Oriente, 1989.

Veccia Vaglieri, Laura. Grammatica elementare di arabo. Roma: Istituto per l'Oriente, 1951.

Wright, William. A Grammar of Arabic Language. Cambridge: Cambridge UP, 1952.

Ziad, Farehat Jaacob. An Introduction to Modern Arabic. Princeton: Princeton UP, 1957.

Note:

Shibatani, Masayoshi. "Passives and related constructions: a prototype analysis". In Language 61,4 (1985): 821-848.

Siewerska, Anna. The Passive. A Comparative Linguistics Analysis. London: Croom Helmm, 1984.

Ali Al-Ali (Ricercatore Principale)

Universita della Giordania di Amman

[email protected]

Donato Cerbasi (Collaboratore)

Universita di Roma Tre

Yazeed Hammouri (Collaboratore)

Universita della Giordania di Amman

[email protected]

联系我们|关于我们|网站声明
国家哲学社会科学文献中心版权所有