Il passivo: appunti per uno studio funzionale e tipologico.
Ali, Ali Al- ; Cerbasi, Donato ; Hammouri, Yazeed 等
1.1 Abstract
La presente ricerca e teoricamente impostata secondo quella
corrente di studi linguistici che tende a considerare il passivo come
strategia incentrata eminentemente sulla parziale o totale
defocalizzazione dell'agente. In un articolo del 1985 M. Shibatani
assegna le funzioni della parziale e della totale defocalizzazione
dell'agente rispettivamente alle costruzioni passive con agente
espresso e a quelle con agente inespresso, alludendo cosi, tra
l'altro, alla possibilita di una rappresentazione scalare a due
gradini della fenomenologia della defocalizzazione:
The passive which does not syntactically encode an agent defocuses
it to the full extent; that which encodes an agent in an oblique
case defocuses it to the degree assigned to the oblique position,
i.e. the lowest degree of focus among the syntactically encoded
element.
Proviamo a schematizzare:
--defocalizzazione parziale (agente espresso in un caso obliquo)
--defocalizzazione totale (agente inespresso)
Da parte nostra si cerchera di portare un contributo a un ulteriore
sviluppo di tale impostazione, sostenendo l'opportunita di una
rappresentazione scalare della fenomenologia della
"dissolvenza" dell'agente nel passivo che preveda piu di
due gradini, soprattutto a causa della complessita e della diversita dei
fatti che si nascondono dietro la non espressione superficiale
dell'agente.
Iniziamo, dunque col proporre una prima rappresentazione schematica
di tale scala, per poi passare all'illustrazione e alla discussione
dei singoli "gradini" in distinte apposite parti:
--agente espresso: (cancellazione testuale cataforica)
--agente inespresso: cancellazione anaforica (testuale o
situazionale)
--agente implicito: (in base alla semantica del verbo e/o alla
conoscenza del mondo)
--occultamento.
Si cerchera altresi di mostrare come la concezione del passivo
quale strategia di defocalizzazione dell'agente debba fare i conti
con alcuni aspetti controversi e con importanti eccezioni e come tali
fenomeni si manifestino nella parte alta della scala da noi delineata,
per sparire poi man mano che si va verso la parte bassa. Nel contempo,
prenderemo anche in considerazione di volta in volta le strategie
alternative di defocalizzazione dell'agente in diatesi attiva,
cercando di mostrare le differenze rispetto alle corrispondenti
espressioni passive e le peculiarita di queste ultime. Infine vogliamo
analizzare il caso di una lingua in cui si applica la forma passiva con
agente inespresso come ad esempio l'arabo classico.
1.2 Introduzione
1.2.1 Aspetti terminologici e definizione
Prima di procedere, pero, ci sembra opportuno dedicare almeno
qualche nota all'uso che faremo di alcuni termini ed espressioni
che piu ricorreranno nel corso della trattazione. Partiamo proprio dal
termine 'passivo' che per noi indica quel procedimento
morfo-sintattico mediante il quale, rispetto alla forma attiva, il
non-agente (tipicamente l'oggetto) diviene soggetto a livello
superficiale, mentre l'oggetto o e espresso tramite un complemento
preposizionale ovvero un caso obliquo o non e espresso proprio. Il
procedimento e segnalato 'in primis' dal punto di vista
morfologico nell'ambito del sintagma verbale: il verbo, cioe,
assume la 'forma' passiva. Un caso a parte e rappresentato dal
cosiddetto 'passivo impersonale' con verbi intransitivi dove
ovviamente l'oggetto non e contemplato e dunque non puo divenire
soggetto della frase, la posizione di soggetto a livello superficiale
resta vuota, e occupata da un 'dummy subject' ed e sottinteso
un agente umano, per lo piu indefinito o collettivo.
Per quanto concerne le espressioni 'passivo con agente
espresso' e 'passivo con agente inespresso' ricorreremo
talvolta in alternativa alle espressioni divenute consuete nella
letteratura di lingua inglese e cioe, rispettivamente, 'full
passive' e 'truncated passive' oppure a loto equivalenti
in italiano vale a dire 'passivo pieno' e 'passivo
tronco'. Per quanto riguarda il passivo con agente inespresso,
comunque, faremo ricorso soprattutto, all'espressione 'passivo
ellittico', con riferimento ovviamente all'ellissi
dell'espressione dell'agente in generale per i diversi tipi
possibili di ellissi dell'agente nel passivo (ellissi anaforica,
cataforica, deittica, etc.).
Per quello che attiene, infine, all'agente stesso, ci
riferiamo al ruolo tematico di 'agente', inteso
nell'accezione ampia di entita tipicamente (ma non esclusivamente)
umana che compie una determinata azione. Altre eventuali questioni
terminologiche e definitorie piu particolari potranno inoltre essere
chiarite di volta in volta nel corso della trattazione stessa.
Alludiamo, in particolare, alla possibilita, interessante ed
accettata da parecchi linguisti, di caratterizzare universalmente il
passivo essenzialmente corne strategia di non espressione
dell'agente. E stato rilevato, infatti, che in tutte le lingue
dotate di diatesi passiva la costruzione con agente inespresso e sempre
presente, mentre quella con agente espresso puo anche mancare del tutto
(in arabo classico, ad esempio, la costruzione passiva e generalmente
solo con agente inespresso; se si vuol esprimere l'agente, lo si
'soggettivizza' passando alla diatesi attiva).
Dunque, la costruzione con agente inespresso sembra essere piu
universale e basilare. E attraverso l'analisi sistematica di testi
e stato notato proprio come anche nelle lingue dotate di ambo i tipi di
costruzione passiva sia generalmente quella con agente inespresso a
ricorrere con frequenza di gran lungua piu alta.
Pertanto, sembra prevalere nel passivo la tendenza a non esprimere
proprio l'agente in superficie piuttosto che esprimerlo con un caso
obliquo o con un complemento d'agente perifrastico in una posizione
'defocalizzata' nell'ambito della frase. Si potrebbe
anche dire che, ad ogni buon conto, sia che l'agente venga
espresso, il passivo rappresenta comunque una strategia di
'promozione' dell'oggetto in posizione di soggetto, ma il
fatto che molte lingue applicano la diatesi passiva anche a verbi
intransitivi ci fa ancora una volta preferire la definizione piu
estensiva, del passivo come strategia di non espressione
dell'agente.
Cio che qui ci preme sottolineare e il fatto che dietro questo
fenomeno della non espressione superficiale dell'agente si
nascondono almeno due cose diverse, per le quali intendiamo proporre,
appunto, la distinzione terminologica 'occultamento'
'cancellazione'. Difatti, la non espressione dell'agente
puo determinare un vero e proprio slittamento verso l'impersonalita
laddove l'agente non sia noto o sia indefinito o venga
deliberatamente occultato, (in tal caso si ha un effettivo abbassamento
del grado di personalita nell'espressione dell'azione e un
decremento del grado di valenza del verbo per il venir meno di un
argomento), ma l'agente puo non essere espresso anche per il motivo
opposto, ossia perche e, almeno in linea di massima, scontato,
facilmente recuperabile dal contesto (e, cioe, 'legato
contestualmente'). Per quanto concerne gli aspetti generali della
tematica 'passivo' finora accennati, si fa riferimento a
E.L-keenan (1981) e a M. Shibatani (1985) il quale propone, tra
l'altro, una interessante caratterizzazione del passivo in termini
di modello proto-tipico.
1.2.2 La questione della marcatezza del passivo
Parliamo in questa sede di 'marcatezza' del passivo
secondo l'accezione che B. Comrie (1988) da al termine. Secondo
Comrie la marcatezza della diatesi passiva rispetto a quella attiva e
definibile in base a quattro parametri:
a) frequenza. In una lingua quale l'inglese le occorrenze di
passivo in un testo sono generalmente di gran lunga meno numerose
rispetto ai casi di impiego della diatesi attiva.
b) Complessita formale. Il passivo ha generalmente
un'espressione formale piu complessa (si pensi, ad esempio,
all'uso di forme verbali perifrastiche con l'impiego di
ausiliarie, nel caso di espressione dell'agente, all'uso di
sintagmi preposizionali).
c) Grado di produttivita. Il passivo e generalmente meno produttivo
(in inglese, ad esmpio, molti verbi, quali gli intransitivi, hanno solo
diatesi attiva, mentre, a parte rare eccezioni come 'to be
said', non esistono praticamente verbi che abbiano solo diatesi
passiva; cio e, evidentemente, in accordo col carattere
'derivativo' del passivo).
d) Distribuzione nel discorso. In inglese il passivo generalmente e
usato limitatamente a situazioni di discorso che lo richiedono (per
motivi, ad esempio, di topicalizzazione), altrimenti e generalmente
preferita la diatesi attiva.
Come si vede, Comrie, pur nel tentativo di individuare parametri di
uso generale, ha in mente soprattutto l'inglese, almeno per quanto
riguarda la lingua da cui attingere gli esempi. Tuttavia appare
interessante la possibilita di applicare questi parametri anche allo
studio di altre lingue.
1.3 Le costruzioni passive con agente espresso
Siamo sul gradino piu alto della scala, e dunque su quello piu
controverso. Abbiamo visto come per Shipatani l'agente espresso sia
da considerarsi parzialmente defocalizzato perche espresso in un caso
obliquo (ovvero tramite una costruzione perifrastica) e dunque posto in
"obliqua posizione".
A queste motivazioni di tipo morfo-sintattico si possono pero
contrapporre, ad esempio, quelle basate sulla dinamica della
comunicazione e sull'opposizione dato/nuovo, secondo le quali
l'agente espresso nelle costruzioni passive sarebbe generalmente
focalizzato in quanto informazione nuova, laddove l'informazione
data sarebbe costituita dal non agente che va ad occupare la posizione
di soggettotopic (secondo una situazione speculirmente opposta a quella
delle frasi attive).
Cosi si legge, ad esempio, in A. Siewierska (1983:46):
The agent in the most basic type of active declarative clause is
usually the topic, i.e, the constituent which states what the
clause is primarily about and sets the individual framework whithin
which the sentence holds. In the overwhelming majority of languages
it appears in initial position in the clause and in most cases
conveys given or hold information. In a typical passive clause on
the other hand the patient is the topic while the agent, if
present, represents new information and bears the main information
focus indicted by tonic stress.
D'altro canto, proprio il fatto che nel passivo un non agente
possa occupare la posizione di soggetto-topic (da cui l'agente e
stato "rimosso") puo indurci a ribaltare di nuovo il discorso,
sostenendo che, dal punto di vista della prospettiva in cui viene data
l'informazione, nel passivo e generalmente il non agente ad
occupare la posizione piu centrale e non l'agente. La stessa
Siewierska rileva:
The use of the agentive personal passive may be partially motivated
by the functional role of the subject. It is often stated that the
passive is a means of presenting the situation or event from the
point of view of the patient as opposed to the agent. This shift in
perspective is typically attributed to the functional role of the
subject which is seen to represent the vantage point for the
interpretation of the sentence.
Come si vede, dunque, e possibile rappresentare le medesime
evidenze linguistiche in termini opposti a seconda del punto di vista
che si adotta. E dunque ci si chiedera: l'agente espresso nelle
costruzioni passive viene evidenziato o viene piuttosto marginalizzato?
A nostro modesto avviso, entrambe le cose sono in qualche modo vere,
perche a questa altezza della scala da noi proposta la costruzione
passiva e a tal riguardo ancora ambivalente. Infatti, da un lato la
scissione tra soggettivita ed agentivita e la conseguente rimozione
dell'agente dalla funzione e dalla posizione di soggetto conducono
ad una sorta di fase intermedia rispetto alla completa non espressione
dell'agente medesimo ancora in un ruolo importante nella dinamica
della comunicazione quale informazione nuova.
Dobbiamo comunque tener presente che anche questa (relativa)
focalizzazione dell'agente risulta essere una funzione alquanto
limitata della costruzione passiva, in considerazione del fatto che essa
ovviamente non puo sussistere in quelle lingue (come l'arabo
classico) che ammettono solo costruzioni passive con agente inespresso.
Per giunta, anche nelle lingue che consentono l'espressione
dell'agente nel passivo, le costruzioni con agente inespresso di
solito prevalgono di gran lunga quanto a numero di ocicorrenze.
1.4.1 La cancellazione dell'agente
Scendendo di un gradino la nostra scala, passiamo a considerare
quei casi in cui l'agente e si inespresso, ma e possibile
recuperarne uno dal contesto linguistico o extralinguistico: nel primo
caso parliamo di cancellazione testuale, nel secondo di cancellazione
situazionale. Col termine "cancellazione testuale" vogliamo
designare un fenomeno testuale nell'ambito del quale l'agente
inespresso al passivo e una sorta di anafora-zero che rinvia ad un
agente che e presente nel contesto linguistico e che magari e anche del
tutto definito.
Nella maggior parte dei casi il rinvio e all'indietro, verso
un agente gia dato nel testo, e dunque e prettamente anaforico, ma e
possibile avere anche un rinvio cataforico, ovvero un momentaneo
occultamento di un agente che viene reso noto successivamente. Nel caso
della cancellazione anaforica il passivo fa leva sul carattere di
"dato" dell'agente consentendo che quest'ultimo non
riappaia piu in superficie e sia considerato "sottinteso".
Invece con la cancellazione cataforica, che e un caso "sui
generis", si crea in chi riceve il messaggio un'attesa verso
l'introduzione dell'agente e pertanto quest'ultimo, una
volta nominato, puo ritrovarsi evidenziato per effetto-sorpresa,
risultando eventualmente focalizzato in modo anche piu potente rispetto
a quanto avviene nelle stesse costruzioni passive con agente espresso.
Tuttavia, possiamo dire che l'evidenziazione dell'agente (col
rinvio cataforico) e quantitativamente molto meno rilevante rispetto ai
casi di normale non espressione dell'agente per ripresa anaforica.
1.4.2 L'agente implicito
Tra l'espressione dell'agente (o comunque la sua presenza
nel contesto) ed il suo occultamento completo e situata un'ampia
zona "grigia" di fenomeni che abbiamo voluto raggruppare sotto
l'etichetta di "agente implicito". Spesso, infatti, anche
quando l'agente non e espresso ne direttamente nella costruzione
passiva ne nel contesto, chi riceva il messaggio puo recuperare quanto
meno un agente generico (cioe di limitata difinitezza) implicito nella
semantica del verbo stesso e/o comunque inferibile in base alla
conoscenza del mondo. Si considerino le seguenti frasi in italiano:
1--Ieri Alex e stato arrestato.
2--Il poveretto e stato sbranato.
Anche se le frasi sono date in modo del tutto a-contestuale,
possiamo inferire che l'agente e un'autorita di polizia nel
primo caso e un animale feroce nel secondo (agente generico).
Se, poi, le frasi sono inquadrate in un contesto, allora
probabilmente potremo anche inferire, ad esempio, dalla polizia di quale
citta e stato arrestato Alex, con un aumento della definitezza
dell'agente inferito, sempre senza che l'agente venga mai
espressamente menzionato. La frase attiva corrispondente a "Alex e
stato arrestato" e una frase col verbo in 3a persona plurale:
--Hanno arrestato Alex, che consente ancora di presupporre "la
polizia" come agente.
Ma per una frase come "il poveretto e stato sbranato" non
abbiamo una frase attiva corrispondente con agente inespresso, dato che
non esistono pronomi indefiniti per indicare esseri animati non umani e
le stesse espressioni col verbo in 3a persona plurale implicano
un'agentivita umana; ne, tanto meno, "qualcuno ha sbranato
Alex". E una situazione analoga possiamo trovarla, oltre che in
italiano, per lo meno nelle principali lingue europee, sicche possiamo
affermare che, anche sulla scorta di considerazioni interlinguistiche,
il passivo offre, nel caso dell'agente implicito, una gamma piu
completa di possibilita di non espressione dell'agente. Sia infine
detto di passsaggio che la non-espressione dell'agente implicito
comprende molti di quei casi in cui si e soliti dire che l'agente
non viene espresso perche "superfluo".
1.4.3 L'impersonalita
In molti altri casi dalla semantica del verbo e della conoscenza
del mondo possiamo semplicemente ricavarne come informazione il dato che
l'agente da ripristinare e un agente umano (singolo, plurimo,
collettivo) indefinito:
3--Alex e stato visto ieri.
4--Questo cantante e apprezzato molto in Giordania. Con le
corrispondenti possibilita di resa in diatesi attiva:
--Alex l'hanno visto ieri (o 'qualcuno l'ha
visto').
--Questo cantante lo apprezzano in Giordania. Siamo ormai molto
vicini a cio che definiamo propriamente "occultamento"
dell'agente.
1.4.4 L'occultamento dell'agente
Con il termine "occultamento" dell'agente ci
riferiamo piu in generale a quei casi in cui ne il contesto ne il
pacchetto di informazioni semantiche convogliato dal verbo o altre fonti
ci aiutano a farci un'idea del tipo di agente coinvolto o almeno
del suo grado di animatezza. Consideriamo il seguente esempio:
5- Questa pianta e stata completamente distrutta.
Anche se probabilmente una frase del genere, in condizione di
a-contestualita, spinge comunque il ricevente a formulare ipotesi
sull'agente attingendo innanzitutto ai livelli piu alti della scala
di animatezza e dunque a pensare "in primis" ad un agente
umano, resta pur vero che, in linea di principio, tutte le possibili
ipotesi sull'agente rimangono aperte (un uomo? un animale? un
agente atmosferico?) e la frase presenta in questo senso margini di
ambiguita che non e possibile riprodurre in una frase attiva
corrispondente, mancando pronomi indefiniti o altri strumenti atti a
denotare un'entita qualsiasi, a prescindere dal livello di
animatezza.
Se poi consideriamo forme passive non canoniche, quali le forme di
participio passato utilizzato per il cosiddetto "passivo
stativo", possiamo realmente raggiungere l'ultimissimo gradino
dalla nostra scala, con il totale occultamento dell'agente.
--Questa pianta e completamente distrutta. Frase che veramente puo
dare adito a qualunque congettura sull'intera gamma di possibili
agenti.
1.4.5 Passivo ellittico e prospettiva funzionale della frase
Ancora qualche parola sulle costruzioni passive con agente
inespresso in genere dal punto di vista della prospettiva funzionale
della frase. Se, come abbiamo visto prima, le costruzioni passive con
agente espresso possono servire per topicalizzare il non-agente e porre
il focus dell'informazione nuova sull'agente rematizzato,
possiamo aggiungere che le costruzioni passive con agente inespresso
possono servire, dal canto loro, a topicalizzare il non-agente e a porre
il focus dell'informazione nuova, stavolta, sul verbo. Ma, anche in
questo caso, dobbiamo rilevare che le cose possono variare molto da
lingua a lingua a seconda del grado di rigidita dell'ordine delle
parole. Cosi, ad esempio, in una lingua come l'italiano possiamo
avere sia
--Alex e stato arrestato che
--E stato arrestato Alex con il focus, rispettivamente, sul verbo e
sul 'patiens' e possiamo conservare entrambe le possibilita
anche utilizzando forme attive:
--Alex, l'hanno arrestato.
--Hanno arrestato Alex.
In inglese, invece, la costruzione passiva pu6 conservare una
propria funzione piu peculiare, in quanto la scelta si riduce
essenzialmente a due alternative:
--Alex has been arrested e
--They have arrested Alex.
Con la frase passiva che focalizza come informazione nuova il verbo
e quella attiva che invece focalizza il 'patiens'.
1.5 Il Passivo in arabo.
Vogliamo ora esaminare il caso di una lingua che ammetta la
costruzione passiva soltanto in agente inespresso, e a tal fine
l'arabo classico si presta ottimamente. In arabo classico non e
possibile usare forme verbali passive con l'espressione di un
complemento d'agente, poiche se l'agente e noto e viene
nominato diventa automaticamente il soggetto della frase in diatesi
attiva. Dunque, il passivo dell'arabo classico e adoperato
essenzialmente nei casi in cui l'agente e ignoto o comunque non ben
definibile, oppure in particolari casi in cui, pur essendo l'agente
noto, si desidera non nominarlo, come spesso avviene quando
l'agente e Allah, la divinita. Tali caratteristiche del passivo
arabo sono rilevate, ad esempio, nella famosa grammatica di Wright,
1957, dove, inoltre, si fa anche notare come i grammatici arabi, nella
loro terminologia, fossero ben consci di simili fenomeni: infatti, la
diatesi attiva e detta "almahruf", letteralmente
"l'azione di cui si conosce l'agente" mentre la
diatesi passiva e detta "al majhul", letteralmente
"l'azione di cui non si conosce l'agente".
Da una breve indagine orientativa condotta per nostro conto su
campioni di testo del Corano e di "Al-hadith al-qudsi",
raccolta di sentenze di Maometto compresa nella "sunna",
deriva una conferma del fatto che il passivo non e usato con frequenza
apprezzabile in arabo classico e quanto viene adoperato lo e di solito
per funzioni abbastanza ben delimitate, legate, corne gia detto, al
carattere indefinito o impersonale dell'agente. Vediamo qualche
esempio:
6- Ida quri'a al- Qur' an fa stami u lahu wa ansitu la
allakum turhamun. (Corano, sura 7, aia 204) Quando viene recitato il
Corano cercate di ascoltare in silenzio.
7- Innama al-mu minuna alldina ada dukira Allahu wagilat qulubuhum
wa ada tuliyat alayhim ayayuhu zadathum amanan wa ala rabbihim
yatawakkalun.
(Corano, sura 8, aia 2)
I veri credenti sono quelli i cui cuori temono quando venga
menzionato il nome di Dio, quelli che quando vengano mostrati loro i
suoi segni rafforzano la loro fede e confidano nel loro Signore.
8- Ya ayyuha alladina amanu ada nudia li-salat min yawmi l-gum a fa
is aw ila dikri allah wa dar u al- bay a. Talikum Hayrun lakum in kuntum
ta alamun.
(Corano, sura 'il venerdi' aia 9)
O voi che credete, quando viene fatto invito alla preghiera il
giorno del venerdi affrettatevi alla commemorazione di Dio e lasciate
ogni traffico, sara bene per voi che lo teniate a mente.
9- (E Allah che parla): 'Wa ana al-ahad al- samad lam alid wa
lam ulad , wa lam yakun li kafuan ahad'.
(Al- hadith al- qudsi, sentenza 19)
Io sono uno e intero, non ho generato ne sono stato generato, non
c'e nessuno uguale a me.
Una conferma di queste caratteristiche del passivo arabo
l'abbiamo inoltre da un'analisi completa dalla sura numero
ventidue del Corano ("Al-Hagg"), "il
pellegrinaggio". A tal proposito, ci sembra anche interessante, sia
pur nei limiti di questo tipo di ragionamenti, il confronto tra il testo
in arabo di questa sura e la traduzione in italiano del professor
Federico Peirone (Milano, Mondadori, 1979): abbiamo riscontrato infatti
che tutte le volte che nella traduzione compaiano casi di passivo
ellittico con ripresa anaforica dell'Agente non si ha mai nel testo
arabo un corrispondete uso del passivo, e questo ci sembra un indizio
alquanto rimarchevole. Ma vediamo alcuni esempi. Se leggiamo in
traduzione le 'ayat' numero tre e quattro, incontriamo tre
forme passive:
10- E c'e ancora della gente che disquisisce
sull'esistenza del Dio, non sa niente di niente, ma segue,
piuttosto, ogni specie di shytan marcio di ribellione di cui e stato
scritto: "Chi lo prende come protettore sara da lui messo su una
strada assai sbagliata, e verra guidato verso il sair.
Ebbene, solo nel primo caso, con l'agente effettivamente non
ripristinabile, abbiamo anche nel testo originale una forma passiva
('kutiba'), mentre nei due casi successivi, con ripristino
dell'Agente (lo 'shytan') dal contesto, abbiamo nel testo
arabo due forme attive: "egli (lo shytan) lo mettera su una strada
sbagliata" (il verbo e 'yudillu-hu') e "1o guidera
('yahdi bu') verso il sair". Nella traduzione
dell'aya numero ventitre leggiamo:
11- Ma i credenti e i praticanti il bene saranno fatti penetrare
nei gannat sotto i quali scorrono ruscelletti.
Anche qui troviamo nel testo arabo una frase attiva con tanto di
soggetto: "inna Allaha yudhilu", "Allah li fara
penetrare", come del resto era stato detto in precedenza
all'aya numero quattordici: "Coloro che credono, coloro che
compiono il bene, quelli fara entrare il Dio nei gannat sotto i quali
scorrono ruscelli". Si sa bene dal contesto, dunque, chi e
l'agente, e pertanto e fuori luogo in arabo ricorrere al passivo.
D'altro canto, se l'agente e realmente sconosciuto o
indefinito, ritroviamo regolarmente l'uso del passivo in arabo,
come nel seguente passo tratto dall'aya numero quaranta:
12-Il Dio e capace di soccorrere coloro che vengono scacciati
('uhrigu') dalle case, soltanto perche avevano detto: "Il
Signor nostro e il Dio". Se il Dio non cacciasse alcuni uomini per
mezzo di altri, sarebbero distrutti ('huddimat') i monasteri,
le sinagoghe, le chiese e le moschee, dove il nome del Dio e molto
invocato ('yudkam').
Potremmo ancora continuare a lungo su questa falsariga, ma crediamo
di aver gia evidenziato a sufficienza gli aspetti che ci stanno a cuore.
Abbiamo pure detto che il passivo puo essere usato anche in casi in cui
l'agente sia ben noto, ma non si intenda nominarlo, corne spesso
avviene tipicamente per Allah. Si consideri il seguente esempio:
13- Huliqua al -hinziru.
Il maiale lu creato (da Allah).
Qui suonerebbe irriguardoso per Allah nominarlo nella stessa frase
col maiale. D'altro canto, non si puo certo sostituire
"Allah", poniamo, con un pronome indefinito, anche perche cio
significherebbe mettere in dubbio che Allah e l'unico creatore.
Dunque, l'unica via d'uscita in simili frangenti e
rappresentata dal passivo, che offre la possibilita di dare per
sottinteso l'agente senza nominarlo affatto. Ma, al di fuori di
queste esigenze eccezionali, resta valido l'assunto che, se
l'Agente e noto e non vi sono motivi per sottacerlo, esso va
preferibilmente espresso come soggetto di una frase attiva. Passando
dalla dimensione testuale a quella piu propriamente situazionale, cioe
all'interazione comunicativa, al dialogo tra due parlanti,
incontriamo naturalmente la possibilita di uso del passivo per
l'ellissi deittica dell'agente di la/2a persona. Di fronte a
questa possibilita, i parlanti arabi, almeno stando alla nostra
esperienza, mostrano una certa resistenza, pur non escludendola del
tutto. Tale resistenza e per lo piu motivata col fatto che non e
opportuno usare il passivo se l'agente e addirittura presente sulla
scena dell'interazione comunicativa, e questo perche, come e noto,
per l'arabo il passivo e innanzi tutto la diatesi dell'agente
"ignoto". Dunque, perche si abbia ellissi deittica
dell'agente di la/2a persona devono esserci motivazioni culturali
pragmatiche molto forti. Nei testi arabi classici si trovano, nelle
parti dialogate, esempi del fenomeno in questione, per lo piu in casi in
cui ci si rivolga alla divinita (ellissi dell'agente di 2a persona,
per non rivolgersi troppo direttamente al Dio) o in casi in cui la
divinita stessa usi il passivo sottintendendo se stessa come agente da
ripristinare (ellissi deH'agente di 1a persona).
Consideriamo a tal proposito ancora un paio d'esempi da
"Alhadith al-qudsi". Nel primo Allah parla a Moametto per
assicurarlo che e pronto ad esaudirlo in qualunque cosa addirittura
prima che egli chieda, e usa forme passive con ellissi deittica
dell'agente di 1a persona:
14- Wa qul yusma u, wa isfa tysfa, wa sal tu ta. (al-hadith
al-qudsi, sentenza 336)
Parla, e stato ascoltato; intercedi, e stato accolto; chiedi, e
stato dato. Nel secondo esempio l'uomo ("il figlio di
Adamo") rivolge una battuta ad Allah e lo fa con una forma passiva
con ellissi deittica dell'agente di 2a persona per evitare di
rivolgersi al dio in modo diretto:
15- Lan yu idani kama bada ani wa layasa awwalu al- halq.
(Al- hadith al-qudsi, sentenza 19) Non posso essere ricreato dopo
che sono diventato polvere.
1.6 Conclusioni
Vogliamo infine cercare di trattare qualche conclusione generale
dalla nostra trattazione, a tal fine ci appare opportuno partire da
Shibatani (1985), dove si sostiene che la funzione primaria del passivo
e quella di "defocalizzare" l'agente e si postulano due
gradi diversi di tale defocalizzazione, a seconda del fatto che
l'agente sia o no espresso. Ecco la citazione da Shibatani (pp.
832-833).
"In accusative-type languages-where passives are most commonly
found-an agent, because of its saliency, is preferably chosen as a locus
of viewpoint; it is thus assigned to the strongest focus position, namly
subject. This is the active voice. The passive voice, by contrast,
avoids the focusing of an agent. The passive which does not
syntactically encode an agent defocuses it to the full extent; that
which encodes an agent in an oblique case defocusses it to the degree
assingned to the oblique position, i.e. the lowest degree of focus among
the syntactically encoded elements.
Orbene, alla luce di quanto esposto nel corso della nostra
trattazione, ci sembra di potere approfondire e sviluppare, sotto certi
aspetti, queste idee di Shibatani. In particolare, ci sembra che le
parole dello studioso giapponese autorizzano a tentare una
rappresentazione di tipo scalare della defocalizzazione dell'agente
nell passivo, a causa dei due gradi previsti (agente inespresso e agente
espresso in caso obliquo) per la defocalizzazione stessa.
Inoltre, abbiamo proposto nel primo paragrafo una scala di
dissolvenza dell'agente nelle costruzioni passive costruita in base
ad una serie di distinzioni terminologiche e concettuali che ci sono
parse utili per una piu completa ed analitica descrizione della
fenomenologia del passivo e delle varie funzioni che questa complessa
costruzione puo assolvere. Abbiamo poi visto in singoli paragrafi come
ad ogni gradino della scala sia possibile considerare una diversa
sfaccettatura del passivo e come le varie funzioni considerate, pur
essendo tra loro alquanto eterogenee, siano tuttavia collegabili con un
filo conduttore se inquadrate come una serializzazione graduata di
strategia di progressivo dissolvimento dell'agente, dissolvimento
dovuto soprattutto al venire meno, man mano che si scende nella scala,
della possibilita di ottenere un adeguato livello di definitezza
dell'agente da ripristinare. Nell'analisi, abbiamo invece
individuata nella facolta delle costruzioni passive di offrire spesso, a
paragone con le forme attive concorrenti, una possibilita piu completa
di non espressione dell'agente, come abbiamo rilevato soprattutto
nel passivo arabo corne una lingua in cui si applica la forma passiva
con agente inespresso.
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Note:
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Siewerska, Anna. The Passive. A Comparative Linguistics Analysis.
London: Croom Helmm, 1984.
Ali Al-Ali (Ricercatore Principale)
Universita della Giordania di Amman
[email protected]
Donato Cerbasi (Collaboratore)
Universita di Roma Tre
Yazeed Hammouri (Collaboratore)
Universita della Giordania di Amman
[email protected]