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文章基本信息

  • 标题:Tafonomia e tecniche di imaging 3D: metodi, applicazioni e prospettive
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  • 作者:Francesco Boschin ; Crezzini Jacopo ; Simona Arrighi
  • 期刊名称:Museologia Scientifica e Naturalistica
  • 印刷版ISSN:1824-2707
  • 出版年度:2017
  • 卷号:13
  • 页码:78-80
  • DOI:10.15160/1824-2707/1526
  • 语种:Russian
  • 出版社:Universitá Degli Studi di Ferrara
  • 摘要:Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento considerevole delle applicazioni di tecniche di imaging 3D in tafonomia. L’U.R. di Preistoria e Antropologia dell’Università degli Studi di Siena si è inserita in questo filone di ricerca fin dal 2009, sviluppando metodologie per l’applicazione della microscopia 3D allo studio tafonomico dei reperti archeologici (Figura 1). Un primo test, svolto ispirandosi ai lavori pionieristici di alcuni colleghi stranieri (cfr Bello e Soligo, 2008), ha riguardato la differenziazione, tramite l’analisi delle sezioni trasversali, delle tracce di macellazione prodotte con strumenti di metallo da quelle prodotte con strumenti litici. I risultati ottenuti, decisamente promettenti, hanno dimostrato l’utilità e l’importanza degli studi morfometrici in questo settore (Boschin e Crezzini, 2012) e costituito la base di partenza per ulteriori ricerche. Gli studi successivi rappresentano un tentativo di spingere le analisi a un livello più approfondito, con lo scopo di comprendere se l’uso di specifiche categorie di strumenti, o l’adozione di specifiche azioni, avessero un’influenza sulle caratteristiche dei segni lasciati sulle ossa (Crezzini et al. 2014, Moretti et al. 2015). Di particolare interesse è l’aver evidenziato come una stessa “categoria” di strumento potesse lasciare tracce differenti se utilizzata in maniera diversa. Allo stesso tempo, a fianco di analisi prettamente morfologiche dei profili, e analisi morfometriche semplici, che prevedevano l’utilizzo di singole variabili (profondità, larghezze, angoli) o rapporti tra esse, è stato testato l’utilizzo di analisi statistiche multivariate e della geometria morfometrica. Se da una parte l’applicazione delle prime ha dato risultati interessanti nell’ambito di studi eseguiti anche in collaborazione con altre istituzioni italiane (Boschin and Crezzini 2012, Duches et al. 2016), dall’altro la geometria morfometrica pone ancora alcuni problemi. In particolare, ci sono molti parametri che contribuiscono a caratterizzare la sezione trasversale di una traccia, ma non sempre è facile dare il peso a quelli “giusti”. Per esempio, la sezione trasversale di una stria presenta un fondo (che può essere stretto o ampio), un angolo di apertura e due pareti di uguale o differente lunghezza con o senza microstrie. Per un’analisi di geometria morfometrica, la presenza di microstrie sulla parete destra piuttosto che su quella sinistra può avere molto peso, ma non è detto che ciò abbia un significato da un punto di vista dell’identificazione dello strumento usato o dell’azione eseguita.
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